INTRODUZIONE
PRESIDENTE: Guido Angiolini
CAMPO DI GIOCO: stadio "Ennio Tardini", viale Partigiani d'Italia 1, 43100 Parma
(m 105x68, 29.000) COLORI SOCIALI: maglia bianca con bordi gialloblù,
calzoncini bianchi con bordi gialloblù, calzettoni bianchi con bordi
gialloblù
Il Parma nasce nel segno di Verdi. È il 1913, anno
in cui ricorre il centenario della nascita del grande compositore di Busseto.
Nello stesso anno viene fondata la società sportiva "Parma Lento club",
che, per omaggiare il grande Maestro, organizza un torneo calcistico. La squadra
indossa una maglia gialloblù a scacchi. Il 26 settembre viene disputata
la prima partita persa dai gialloblù a favore della Reggiana, avversaria
di molti derby a venire. Nel 1919, dopo le devastazioni della guerra, nasce il
Parma football club, l'antesignano di quello che dal 2 settembre 1968 si
chiamerà AC Parma (emanazione della Parmense). Dopo aver assaporato
l'ebbrezza della massima divisione nel campionato 1925-26, si alternano gioie e
delusioni in un continuo saliscendi. Nel secondo dopoguerra il Parma è
nuovamente nella serie cadetta, ma nel 1949, dopo l'amaro spareggio con il La
Spezia, retrocede in C. Il ritorno in serie B dei gialloblù avviene al
termine del torneo 1972/73 e ancora di quello 1978/79, sempre al termine di
entusiasmanti spareggi disputati allo stadio "Menti" di Vicenza contro l'Udinese
(2-0) e la Triestina (3-1). Seguono anni difficili, in cui gli emiliani in C1
non sono mai in lotta per la promozione.
La stagione 1982/83 è
ancora una volta deludente con un 6° posto stiracchiato e il cambio
dell'allenatore (Bruno Mora al posto di Giancarlo Danova). L'unica soddisfazione
è la valorizzazione di qualche elemento come Pari. Per il campionato
1983/84, sempre in serie C1, c'è ancora Ernesto Ceresini alla guida della
società. Riccardo Sogliano è il d.s., Marino Perani l'allenatore.
Vengono ceduti Pari (alla Sampdoria), Albinelli, Biagini, Bianco, Bruzzone,
Caruso, Larini, Lombardi, Mariotti, Sabatini, Tomasoni e Venturelli. Ottimi gli
acquisti: Ascagni, Bertossi, Di Pietropaolo, Dore, Farzoni, Frara, Gandini,
Mantovani, Marocchi, Panizza e Pin.
MARINO PERANI FA LE VALIGIE
Vengono confermati Aselli, Barbuti, Berti,
Mariani, Muselli, Pioli e Salsano. Perani può disporre di una buona
"rosa" e presenta il suo "undici" in campionato: Gandini; Murelli, Darin; Pioli,
Panizza, Aselli; Mariani, Pin, Marocchi, Di Pietropaolo, Barbuti. Ma nel corso
della stagione gli innesti di Salsano, Bertossi e Dore, danno maggior
consistenza alla compagine che viaggia subito sul binario del successo. Una sola
sconfitta casalinga contro il Fano: 11 vittorie e 5 pareggi al "Tardini", 7
vittorie in trasferta e altrettanti pareggi per un totale di 21 punti raccolti
in viaggio. Assommati ai 27 del "Tardini" fanno promozione. Oltre alla
valorizzazione di alcuni giocatori tra i quali Pioli che passa alla Juventus e
Salsano che va alla Sampdoria. Serie B conquistata con uno stupendo primo posto
unitamente al Bologna. Si ricomincia nella categoria maggiore. E si ricomincia
con lo stesso staff, cioè con il presidente Ceresini, con Sogliano e con
Marino Perani. Vengono acquistati Benedetti, Bertonesi, Bonati, Bruno, Damiani
(dopo l'esperienza al Milan), Facchini, Fermanelli, Lombardi, Mussi, mentre
vengono ceduti Ascagni, Bertossi, Cannata, Di Pietropaolo, Fara, Mariani,
Murelli, Panizza, Stoppani e, come si è detto, Pioli alla Juventus e
Salsano alla Sampdoria. Perani prepara la formazione in Coppa Italia: Gandini;
Bruno, Darin; Benedetti, Panizza, Aselli; Mariani, Facchini, Macina, Marocchi,
Del Nero, ma in campionato è diversa con l'innesto del giovane Berti, di
Murelli, Pin, lo stesso Damiani che fa diverse apparizioni realizzando anche
qualche gol, Lombardi, Fermanelli. Ma le cose vanno tutt'altro che bene,
malgrado i 10 gol di Barbuti e i 6 di Bertonesi. La squadra stenta a ritrovarsi,
non è più quella bella compagine della passata stagione. Stenta
veramente. Così Perani deve fare le valigie. In panchina, per un paio di
giornate, ci va l'ex portiere Carmignani ma deve desistere non avendo la patente
di allenatore di 1ª categoria pur essendo dell'ambiente. Lo sostituisce
Flaborea che lavora in collaborazione con lo stesso Carmignani. I due non hanno
fortuna: la squadra racimola 26 punti e si piazza al 19° posto, cioè
in retrocessione. Perde addirittura 18 punti in casa, in trasferta racimola 6
punti attraverso sei pareggi. Una stagione disastrosa, confortata
dall'esplosione di Berti, ceduto alla Fiorentina, Macina al Milan, mentre
Damiani si accorda con la Lazio. Si ricomincia in serie C1 con seri propositi,
anche perché il Parma non intende rimanere nell'anonimato e il Comune ha
dato il via al rifacimento dello stadio, degli spogliatoi, di tutto.
ARRIVA ARRIGO SACCHI E CON LUI LA SERIE CADETTA
Ceresini non abbandona: resta al suo posto. Al suo
posto resta anche Sogliano. Ma urge prendere un buon allenatore. Arriva Arrigo
Sacchi dal Rimini, un tecnico molto bravo al quale viene concessa carta bianca.
Così partono Pin, Barbuti, Panizza, Aselli, Darin, Dore, Marocchi,
Facchini, Benedetti, Fermanelli, Gandini, Bertoneri, Mariani. Sacchi vuole gente
adatta alla categoria e che possa fare bene anche in serie B, nel caso in cui
arrivasse subito la promozione. Sacchi non la promette immediatamente, ma lavora
con impegno e presenta questa squadra: Landucci; Bianchi, Bruno; Bardin,
Farsoni, Signorini; Salvioni, Fiorin, Rossi, Gabriele, Righetti. Gli acquisti
sono: Bianchi, Biondi, Bordin, Casilli, Fiorin, Gabriele, Gambino, Landucci,
Paci, Righetti, Marco Rossi, Salvioni, Signorini, Zannoni. Ed è subito
spettacolo. La squadra concede poco agli avversari: in casa raccoglie 28 punti,
in trasferta 19 per arrivare a quota 47, piazzarsi al primo posto e
riconquistare immediatamente la promozione in serie B dopo un solo anno di
purgatorio. Nella formazione presentata da Sacchi entrano anche Casilli, Melli,
Paci, Zannoni; Marco Rossi realizza 10 gol, 9 Zannoni, 5 Righetti e Paci.
Landucci, il portiere, passa alla Fiorentina (ed è un grosso colpo).
Arrigo Sacchi, dopo il buon campionato al Rimini, porta il Parma in serie B con
un campionato a dir poco strepitoso. Ernesto Ceresini, che da tempo ormai siede
sulla poltrona presidenziale, naturalmente lo conferma in panchina e il
"ragioniere" di Fusignano si appresta al suo primo campionato tra i Cadetti, con
quella serietà che lo distingue, pronto - magari - al grande salto. Le
variazioni in squadra, per poter affrontare il campionato, sono di rigore:
arrivano Bortolazzi, il portiere Ferrari in sostituzione di Landucci passato
alla Fiorentina, Fontolan, Galassi, Valoti tra gli altri mentre vengono
confermati i migliori della "C". Per sopperire agli acquisti partono nove
giocatori. In Coppa Italia la prima conferma e ne fa le spese anche il Milan,
battuto a San Siro, non solo nelle qualificazioni ma anche negli ottavi di
finale. Grande il campionato: 20 punti nel girone d'andata, altrettanti nel
girone di ritorno. La squadra, con 11 vittorie e 18 pareggi si piazza al settimo
posto dopo aver addirittura rischiato il salto in serie A e battuto fior di
squadre come Pisa, Bologna, Vicenza, Bari, squadre cioè che andavano per
la maggiore. Un campionato, insomma, validissimo. Se il Parma non fa il salto di
categoria, lo fa Arrigo Sacchi che viene ingaggiato dal Milan. Con il
"ragioniere" di Fusignano, al Milan vanno anche Mussi, Bianchi e Bortolazzi. La
squadra emiliana perde elementi come Signorini (ceduto alla Roma), Bruno,
Valoti, Fontolan, Rossi ceduti per riempire le casse sociali. Vengono acquistati
Baiano, Cervone, Dondoni, Gambaro, Osio, Pullo, Patrizio Sala, Turrini. In
panchina ci va Zeman, altro assertore della zona. Ed ancora una volta, in Coppa
Italia, il Parma supera il Milan nel primo turno, ma in campionato le cose vanno
tutt'altro che bene. Il debutto porta due sconfitte e un pareggio nelle prime
tre giornate: dopo la vittoria sull'Atalanta, altre tre partite senza vittoria.
Le cose, insomma, vanno maluccio e la direzione ritiene di cambiare guida
tecnica. A Zeman subentra Giampiero Vitali: la squadra infila sette partite
senza perdere e si riporta a centro classifica. Ai 19 punti del girone d'andata
se ne aggiungono 19 nel girone di ritorno, tanto quanto basta per restare
tranquilli e piazzarsi al 10° posto. Pronti per il nuovo campionato di
serie B, sempre con Ernesto Ceresini al comando della società ma non
più con Riccardo Sogliano alla direzione sportiva che viene assunta da
Giorgio Vitali, da qualche anno, ormai, in pianta stabile a Parma. Nuova linfa
per la nuova stagione: il bilancio concede poco, urge pertanto cedere i pezzi
pregiati. Qualche elemento di spicco viene ceduto, arrivano Pullo e Verga dal
Milan, Rossini dall'Inter. Sulla panchina resta Giampiero Vitali che nella
precedente stagione aveva sostituito molto bene Zeman, passato poi al Messina.
Si mettono in luce Apolloni, Rossini (che va addirittura nella nazionale under
'21), si riconferma Fiorin, Pullo si fa notare al punto che il Milan se lo
riprende. Il campionato è dignitoso: nessuno pretende la luna, ma solo un
buon campionato. A metà del campionato Giorgio Vitali lascia la direzione
sportiva (che viene assunta da Pastorello) mentre la squadra continua il suo
cammino tra alti e bassi: ha un girone di ritorno molto migliore di quello
dell'andata e si piazza subito dopo le prime posizioni.
Da sin.: Arrigo Sacchi; il Parma edizione 1988-89
CON SCALA RAGGIUNTO IL MASSIMO
Lasciato il settore professionistico nella
stagione sportiva 1984/85, in serie C il Parma, che alterna allenatori sulle
varie panchine senza ottenere risultati soddisfacenti, in categoria rimane per
quattro stagioni, finché prima Arrigo Sacchi e poi Nevio Scala non
ottengono il sospirato ritorno in serie B. E mentre Sacchi lascia la panchina
emiliana per sedersi su quella rossonera del Milan, Nevio Scala inizia quella
sua bellissima avventura parmigiana che durerà per ben sette anni. Sacchi
e Scala sono due allenatori emergenti: il primo arriva a Parma dopo aver
allenato soltanto nei settori giovanili (Fiorentina e Cesena, dove ha vinto il
campionato), il secondo è reduce da una stagione brillante con la
Reggina. Due allenatori con tanta voglia di fare, che emergeranno entrambi nella
categoria maggiore protagonisti di stagioni memorabili. Il Parma, quindi.
È la stagione 1989/90 e la squadra emiliana si presenta al campionato
cadetto con tanta voglia di sfondare. Ha nelle sue file elementi di ottimo
valore, gente adatta alla categoria, giocatori, insomma, che si sacrificano al
lavoro che Nevio Scala impone. La società è solida: sulla panchina
presidenziale siede Giorgio Pedraneschi, messovi dal patrocinatore Callisto
Tanzi per sopperire alla dipartita di Ceresini, troppo presto mancato alla
famiglia e alla società emiliana. Le cose si mettono subito bene, i
risultati arrivano: nella serie cadetta basta arrivare quarti per ottenere la
promozione e il Parma, grazie ad un campionato regolamentare, il quarto posto lo
ottiene. A Parma è festa, tanto più che la società,
cercando di accontentare al massimo il tecnico, si produce in una estate
brillante, cercando uomini adatti per la categoria maggiore. Così
arrivano Taffarel, Minotti, Melli, Agostini, il belga Grun e lo svedese Brolin.
La squadra si piazza al sesto posto in classifica, giocando anche partite di
grande livello. Squadra e società ci sono, le basi sono tracciate anche
perché Callisto Tanzi non bada a spese. E in soli due anni, non solo
resta tra i grandi ma vince addirittura la Coppa Italia della stagione 1991/92
superando in finale la Juventus, perdendo a Torino con un solo gol di scarto,
raddoppiando i gol a Parma. È il primo successo di una grande importanza
per la compagine emiliana, il primo di altri allori che verranno in seguito.
Infatti, arriva a piazzarsi al terzo posto in campionato (1992/93) e al primo
impatto internazionale, si permette il lusso di vincere la Coppa delle Coppe,
eliminando cammin facendo l'Ujpest Dodza, il Boavista, lo Spartaki Praga e
l'Atletico Madrid, battendo nella finale di Londra, nel mitico stadio di
Wembley, i belgi dell'Antverp. È il secondo trionfo della serie. Altri ne
arriveranno. Intanto si assicura Giancarlo Zola prelevandolo dal Napoli,
acquista Faustino Asprilla (grandi i suoi gol, pessimi i comportamenti fuori dal
campo); c'è anche Crippa, c'è Dino Baggio, Sensini, Bucci,
Minotti, Benarrivo, Di Chiara, c'è l'infaticabile giocatore di
centrocampo che porta il nome di Pin, il goleador Melli. Insomma, c'è una
squadra che mette sotto le grandi della massima serie, diventando grande pure
lei. E infatti si permette il lusso di vincere la Supercoppa europea contro il
Milan, perdendo a Parma per 0-1, ma vincendo a San Siro per 2-0 con gol di
Crippa e Sensini nei tempi supplementari. Ormai la squadra è una
realtà. Sempre con Nevio Scala alla guida, si piazza al terzo posto nel
campionato 1994/95, perde la Coppa Italia in finale Leverkusen, l'AIK Solna,
l'Athletic di Bilbao prima di arrivare alla finalissima contro la Juventus. E
saranno due partite storiche: la prima vinta per 1-0 in Emilia con un gol di
Baggio, la seconda pareggiata a Milano, in campo neutro per ragioni di cassetta,
per 1-1, ancora con un gol di Dino Baggio, il giocatore strappato a suo tempo
alla squadra torinese. Una stagione d'oro quella del 1994/95, una stagione
scritta a caratteri d'oro, come la precedente. La squadra non vince il
campionato (alla lunga perde colpi), ma si fa rispettare in campo nazionale e in
quello internazionale. Non è più la provinciale di lusso, ma una
squadra, per il suo contenuto tecnico e per la volontà, metropolitana.
Supercoppa europea 1993. Parma-Milan: Asprilla e Baresi
Supercoppa europea 1993: il Parma vincitore
Coppa UEFA 1994-95. Parma-Juventus: gol di Dino Baggio
Una squadra che nel giro di sette
anni è arrivata alla serie A, ha vinto la Coppa Italia, la Coppa delle
Coppe e la Coppa UEFA e per una seconda volta si è trovata in finale alla
manifestazione organizzata dalla Lega. Inoltre, da provinciale di lusso,
fornisce alla nazionale di Arrigo Sacchi Bucci, Benarrivo, Di Chiara, Minotti,
Zola, Apolloni, Dino Baggio, Mussi ed alla nazionale di Cesare Maldini il
portiere Buffon, Cannavaro, Brambilla e che acquista, nella stagione 1995/96
giocatori del calibro di Fernando Couto e di Stoichkov. Purtroppo il rendimento
del giocatore bulgaro va a fasi alterne. Su di lui la squadra puntava ad un
salto di qualità, salto che finisce nel buio, come finisce piuttosto
Asprilla, votato più alle strane sortite fuori del campo, che in quelle
sul terreno di gioco, al punto che la società, a metà campionato,
lo cede al Newcastle United in Inghilterra. E finisce anche la grande avventura
di Nevio Scala, al quale la società aveva chiesto la vittoria in
campionato. Le cause sono diverse e molteplici: il logorio dopo sette anni di
lavoro sul campo e in panchina, la squadra che gli scappa di mano, le
prestazioni di alcuni elementi dai quali ci si aspettava altro. Fattori che
hanno deciso il divorzio.
INIZIA L'ERA DI STEFANO TANZI
Dal 1996 la presidenza del Parma viene ricoperta
da Stefano Tanzi, figlio di Calisto, presidente della Parmalat, che succede a
Pedraneschi. Per la stagione 1996/97 la panchina gialloblù viene affidata
a Carlo Ancelotti. Partiti Zola, Minotti, Bucci e Stoichkov, tra i nuovi
acquisti figurano il centrale francese Lilian Thuram, l'attaccante argentino
Hernan Crespo, il bomber nostrano Enrico Chiesa e il centrocampista croato Mario
Stanic. Dopo una partenza disastrosa, gli emiliani disputano un campionato al
vertice, ostacolando fino alla penultima giornata il cammino della Juventus
vittoriosa sul Parma per due soli punti.
Per la stagione successiva viene
confermato Ancelotti. In campionato i gialloblù stentano; in Coppa Italia
vengono eliminati in semifinale dal Milan (0-0 a Milano; 2-2 a Parma); in
Champions League, passato il primo turno, non riescono a superare la fase a
gironi, in cui arrivano alle spalle del Borussia Dortmund, vincitore del
raggruppamento con 15 punti, contro i 9 del Parma. La stagione deludente degli
emiliani termina con un sesto posto finale nel campionato, che garantisce la
partecipazione alla Coppa UEFA.
1998/99: LA MAGICA ANNATA DELLE COPPE
Partito Ancelotti, per la stagione 1998/99 la
guida tecnica del Parma viene affidata ad Alberto Malesani, che può
contare su un gruppo valido, rinforzato dagli innesti di Alain Boghossian, Paolo
Vanoli, Luigi Sartor, Abel Balbo, Diego Fuser e del fuoriclasse argentino
proveniente dalla Sampdoria Juan Sebastian Veron. In campionato gli emiliani si
classificano al quarto posto, ma è in Coppa che trovano la gloria. In
Coppa Italia il Parma raggiunge la finale, dove si trova ad affrontare la
Fiorentina. Al Tardini l'incontro è equilibrato, con una Fiorentina fin
troppo aggressiva. Al 16' arriva il vantaggio gialloblù con Crespo, che
sfrutta un macroscopico errore del ceco Repka e batte agevolmente da due passi
Toldo. I viola perdono la baldanza iniziale e si difendono. Batistuta ed Edmundo
sembrerebbero in serata di scarsa vena, ma all'80' confezionano il pareggio:
tiro di Edmundo che Buffon respinge maldestramente e intervento sotto misura di
Bati-gol che non perdona. Nell'incontro di ritorno al Franchi il Parma passa in
vantaggio al 43' con Crespo. Nella ripresa, nel giro di un quarto d'ora, la
Fiorentina ribalta la situazione, andando a segno con Repka al 48' e con Cois al
62'. Tuttavia i viola arretrano troppo e al 70' vengono puniti da un colpo di
testa di Vanoli che regala la seconda Coppa Italia della sua storia al Parma.
Una settimana dopo, il 12 maggio, i gialloblù sono chiamati a battersi
con i francesi dell'Olympique Marsiglia per la conquista della Coppa UEFA.
L'incontro, disputato a Mosca, è sbloccato al 26' da Crespo, abile a
sfruttare un errore difensivo di Blanc. L'Olympique reagisce, ma in modo debole
e scoordinato e al 35' subisce il raddoppio di Vanoli, che su traversone di
Fuser insacca di testa alle spalle del portiere marsigliese. Al 60' arriva il
gol di Chiesa che sancisce la netta vittoria degli emiliani e la conquista del
terzo trofeo europeo degli anni Novanta, dopo la Coppa delle Coppe del 1993 e la
Coppa UEFA del 1995.
Dopo la Coppa Italia e la Coppa UEFA l'annata magica
del Parma continua con la vittoria in Supercoppa italiana ai danni del Milan,
battuto a San Siro per 2-1. Passati in svantaggio al 53' per un gol di
Guglielminpietro, i gialloblù pervengono al pareggio con Crespo (65') su
cross di Vanoli. Al 91' arriva il gol della vittoria segnato da Boghossian.
Confermato Malesani in panchina, ceduti Chiesa e Veron, acquistati, tra gli
altri, Lassissi, Amoroso ed Ortega, per la stagione 1999/2000 il Parma parte
ancora una volta con velleità tricolori. In campionato, tuttavia, gli
emiliani hanno un rendimento altalenante, tanto che a più riprese la
panchina di Malesani viene messa in discussione. Eliminati al terzo turno
preliminare di Champions League, in Coppa UEFA escono negli ottavi per mano dei
tedeschi del Werder Brema (1-0 a Parma; 3-1 in Germania). Classificatisi in
campionato al quarto posto alla pari con l'Inter, i gialloblù si trovano
a disputare con i nerazzurri lo spareggio per la Champions League. Finisce 3-1
per la squadra milanese che batte gli emiliani grazie alla doppietta di Roberto
Baggio (36', gol pareggiato da Stanic al 70'; 84') e al gol di Ivan Zamorano
(91'). Il Parma si deve così accontentare di disputare la Coppa
UEFA.
Quella 2000/01 è una stagione tribolata per il Parma.
Acquistati Almeyda, Conceicao, Mboma, Lamouchi, Micoud, Malesani sperimenta
uomini e moduli, ma il primo scorcio di campionato è in salita, con due
pareggi e una sconfitta nelle prime tre partite di campionato. Confermata la
fiducia a Malesani, il Parma inanella una serie di vittorie consecutive, ma un
nuovo crollo arriva a gennaio e la società decide di esonerare
l'allenatore veneto, al primo esonero della sua carriera, nonché primo
esonerato della storia del Parma. Al suo posto viene chiamato Arrigo Sacchi, il
quale, tuttavia, il 2 febbraio si dimette per problemi di salute, sostituito da
Renzo Ulivieri. L'allenatore toscano rimette insieme i cocci di una squadra
psicologicamente a pezzi, che già aveva dato segnali di ripresa con
Sacchi. I gialloblù, autori di un girone di ritorno esaltante, agguantano
un prezioso quarto posto in classifica finale, che vale la qualificazione in
Champions League. Tuttavia perdono la finale di Coppa Italia contro la
Fiorentina. Al Tardini il Parma gioca bene e sfiora più volte il
vantaggio con Milosevic e Di Vaio (due giocatori ignorati da Malesani e
riscoperti da Sacchi prima e da Ulivieri poi); i viola pensano a contenere.
All'86' arriva la doccia fredda per gli emiliani, battuti da un colpo di testa
dell'ex Vanoli. Nella gara di ritorno a Firenze Milosevic pareggia i conti,
portando i gialloblù in vantaggio al 39'. Nella ripresa la Fiorentina,
nel tentativo di pervenire al pareggio, si scopre, ma Toldo è in gran
serata. Al 65', dopo essere andato più volte vicino al raddoppio, il
Parma viene trafitto da Nuno Gomes che regala la Coppa ai viola.
La
stagione 2001/02 del Parma si rivela piuttosto travagliata. Confermato Renzo
Ulivieri, alla corte di Tanzi approdano il difensore ivoriano Martin Djetou, il
centrocampista giapponese Hidetoshi Nakata, l'attaccante Emiliano Bonazzoli. La
prima delusione dell'annata arriva ad agosto, quando il Parma viene eliminato
dai francesi del Lille nei preliminari di Champions League e viene "retrocesso"
in Coppa UEFA, da dove uscirà di scena negli ottavi per mano degli
israeliani dell'Hapoel Tel Aviv. In campionato i gialloblù partono male e
rimangono relegati nelle ultime posizioni della classifica. La società a
novembre corre ai ripari esonerando Ulivieri e chiamando Daniel Passarella.
Tuttavia anche il tecnico argentino, dopo cinque sconfitte consecutive in
campionato, a metà dicembre viene allontanato e al suo posto sulla
panchina gialloblù si siede l'allenatore in seconda Pietro Carmignani,
coadiuvato da Arrigo Sacchi che entra nell'organico del Parma col ruolo di
direttore tecnico. La formazione gialloblù rimane invischiata nella lotta
per non retrocedere fino a due giornate dal termine del torneo, quando raggiunge
la salvezza matematica. L'unica nota positiva di una stagione decisamente
catastrofica è la conquista della Coppa Italia, vinta ai danni della
Juventus fresca scudettata. I gialloblù, dopo aver perso a Torino per 2-1
(gol di Amoruso e Zalayeta per la Juve e di Nakata per il Parma), al Tardini si
impongono per 1-0 grazie alla rete lampo di Junior al 3' del primo
tempo.
FINISCE L'ERA TANZI
Nel 2002/03 la guida del Parma viene assunta da Cesare Prandelli, insieme al
quale la società avvia un progetto di valorizzazione dei giovani calciatori,
italiani e stranieri. La squadra, orfana di Fabio Cannavaro ceduto all'Inter,
viene rafforzata in attacco con l'innesto di Adriano, promettente ed esplosivo
bomber brasiliano avuto in prestito dall'Inter. La stagione si apre con
la Supercoppa italiana: nell'insolito scenario di Tripoli i gialloblù vengono
sconfitti per 2-1 dalla Juventus, con doppietta di Del Piero e gol di Di Vaio,
alla sua ultima apparizione nelle file gialloblù. Pochi giorni dopo, infatti,
l'attaccante passa proprio al club bianconero. Al suo posto viene ingaggiato
Adrian Mutu che, con Adriano, formerà la miglior coppia d'attacco del
campionato, capace di trascinare la squadra a un ottimo quinto posto, che
vale la qualificazione per la Coppa UEFA 2003/04.
Nel 2003/04 il Parma, alla cui guida viene confermato Prandelli, si priva di Mutu,
ceduto al Chelsea, ma riesce a trattenere Adriano, con i gol del quale si mantiene
nelle alte sfere della classifica. Un terremoto si sta però per abbattere sul
club: dapprima l'infortunio di Adriano che si procura uno strappo muscolare che
lo tiene lontano dai campi di gioco per più di due mesi; poi il crac della Parmalat
della famiglia Tanzi. I gialloblù reagiscono a queste traversie con grande
coraggio e determinazione. Prandelli sostituisce Adriano con Alberto Gilardino
che fino a quel momento, nonostante i gol a ripetizione segnati con l'Under 21,
era rimasto in panchina, all'ombra dell'asso brasiliano. Il bomber di Biella
ricambia la fiducia dell'allenatore non facendo rimpiangere Adriano, che, dopo
essersi ristabilito dall'infortunio, a gennaio viene ceduto all'Inter per far
fronte alle impellenti necessità economiche. Il Parma chiude il campionato
al quinto posto, a un solo punto dalla quarta posizione che gli sarebbe valsa
la qualificazione in Champions League.
Il 2004/05 è l'anno più difficile per il club emiliano, sia dal punto di vista
societario che sportivo. La società AC Parma SPA, in seguito al crac della
Parmalat, viene dichiarata insolvente, passando in amministrazione straordinaria.
Nel giugno 2004 nasce la società FC Parma SPA (cui vengono conferiti il titolo
sportivo e il parco giocatori) che dovrà essere venduta per far fronte ai
debiti dell'AC Parma. Il commissario straordinario dell'AC Parma Enrico Bondi
e il presidente dell'FC Parma Guido Angiolini affidano la gestione del club
all'amministratore delegato Luca Baraldi. Le prime mosse della società
sono quella di trattenere Gilardino, autore di 24 reti nel 2003/04, e di ripristinare
la divisa storica con la croce blu notte (al posto che nera, per esigenze di sponsor)
su sfondo bianco. La squadra, affidata a Silvio Baldini, stenta a ottenere
risultati e si trova invischiata nelle zone calde. A dicembre Baldini viene sostituito
da Pietro Carmignani, chiamato a salvare il Parma come tre stagioni prima. La
compagine emiliana si risolleva. Eliminato subito in Coppa Italia, in Coppa UEFA il
Parma arriva fino alle semifinali, dove viene buttato fuori dal Lokomotiv di Mosca.
In campionato i crociati alternano buone prestazioni casalinghe a disastrose
prestazioni esterne. La classifica rimane comunque deficitaria, tanto che alla
fine del torneo la squadra è costretta allo spareggio-salvezza con un'altra
emiliana, il Bologna. Al Tardini una formazione ampiamente rimaneggiata e
infarcita di ragazzi della primavera (che Carmignani aveva spesso inserito
in Coppa UEFA) perde per 1-0. Al Dall'Ara i gialloblù riescono a ribaltare il
risultato imponendosi per 2-0, con gol di Cardone e Gilardino.
Nel 2005/06 il Parma, rimasto orfano di Gilardino, Frey e Bovo, ma rinforzato
con l'innesto di Corradi e la conferma di Morfeo, viene affidato a Mario Beretta.
Condizionata dalle voci sull'arrivo di possibili nuovi proprietari e di
conseguenza di nuovi dirigenti e nuovo allenatore, la squadra ha un difficile
inizio di campionato. A dicembre è in piena zona retrocessione, ma società
e giocatori non demordono e fanno quadrato, cominciando una rapida risalita
culminata nelle fondamentali quattro vittorie di marzo che garantiscono ai
crociati di salvarsi con quattro turni d'anticipo.